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Bruno Brunod ha segnato l’epoca della disciplina dalla fine degli anni 90 all’inizio del 2000. E’ stato lui, infatti, il primo campione mondiale di una categoria, lo skyrunning, che comprende diverse discipline di corsa in montagna: vertical kilometer, skymarathon, ultraskymaraton e skyrace. Gare in alta quota, che prevedono percorsi estremi, con dislivelli positivi di salita di oltre duemila metri totali. Itinerari inaccessibili a chi non ha un allenamento adeguato, ma che Bruno, ex ciclista passato alla corsa, termina senza fiatone. Valdostano doc di Chatillon, un piccolo paese della Valle d’Aosta, Bruno ha 58 anni ed alla corsa ha dedicato una parte della sua vita. Viso pulito, occhi chiari, capelli leggermente brizzolati. A rendere eterno Bruno è il suo palmares di imprese e vittorie e lo si vede ancora oggi allenarsi sui ripidi pendii sulla montagna che conosce come le sue tasche: lo Zerbion. Tra le gare che ha concluso non ci sono solo le sky ma anche il Tor des Geants ed il 4K.

Bruno quante volte sei salito sul podio nella tua carriera di atleta del cielo?

Una decina di volte.

Il record del Cervino è durato 18 anni dal 1993 al 2013, quando un giovane spagnolo di nome Kilian Jornet te lo ha portato via. Secondo te quanto durerà il tempo record di Kilian.

Secondo me potrà durare come il mio, dai 15 ai 20 anni, poi sicuramente arriverà qualcuno a batterlo.

Per Kilian sei stato e sei un maestro, secondo te Kilian avrebbe fatto lo stesso il record del Cervino senza i tuoi consigli?

Sicuramente lo avrebbe fatto lo stesso. Kilian è un grande atleta con un fisico eccezionale e una gran conoscenza della montagna.

Vi sentite ogni tanto con Kilian?

No, adesso di rado, prima veniva sovente in Valle.

Cosa ti ricordi in particolare dei due record conseguiti nel 1996 e nel 1998 : salita e discesa dal Monte Rosa e la salita del Kilimangiaro?

Della salita a Kilimangiaro, il viso stupito delle guide locali quando gli ho detto i tempi che prevedevo in salita, e la festa del dopo gara. Del Monterosa, la nevicata nella notte e quindi la maggiore fatica per arrivare al Margherita, però ripagata dalla festa della birra dopo con i gressonari.

Nel tuo recente palmares sportivo hai partecipato al Tor des Geants e al 4K che hai concluso, quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato in entrambe le gare Ultra Trail?

Nel Tor des Geants ero alle prime gare lunghe e quindi non ho gestito bene il mio fisico. Nel 4K ho iniziato a capire e gestirmi meglio e mi sono molto divertito, sono gare lunghe e molto belle che a questa età preferisco.

Come si deve allenare un atleta di skyrunning rispetto ad un atleta di trail running?

Un atleta di skyrunningva allenato più nel tecnico, altitudine e quota, mentre quello di trail running va allenato più sulla lunghezza e resistenza, molto importante la gestione mentale.

Tu hai iniziato con il ciclismo e sei stato anche compagno di squadra di Chiappucci, tra le due discipline, ciclismo e skyrace, quale secondo te è la più difficile da preparare per un giovane che si avvicina a questi sport di pura fatica fisica e mentale?

Secondo me la bici è arrivata ad un livello altissimo e quindi per sfondare nel ciclismo è molto duro, io l’ho fatto a 19 anni e so cosa vuol dire (che poi ho faticato tanto anche ad ambientarmi). Nello skyrunning non c’è ancora il livello del ciclismo, anche se divertenti entrambi.

Chi è l’erede di Bruno Brunod tra i tuoi figli?

Non mi piace parlare di eredi ( darei troppo un peso), io gli consiglio solo di essere se stessi, a tutti i miei figli piace camminare in montagna e sono felici, questo è l’importante.

Hai mai pensato di diventare un allenatore di skyrunning?

Si mi piacerebbe ma per ora faccio ancora il muratore, magari quando sarò in pensione se non sarò poi tutto storto, mi piacerebbe spiegare ai giovani di non commettere i miei stessi sbagli, insegnargli che sia nel trail che nello skyrunning non devono esasperarsi , avere pressione per i risultati ad ogni costo.

Nel 2005 hai tentato la scalata dell’Everest, arrivando a 8200 metri di quota prima di abbandonare. Cosa ti è rimasto di quei giorni e come li ricordi?

Per me semplicemente la montagna quel giorno era più forte, non l’ho preso come un fallimento anzi, bisogna saper accettare i propri limiti, a volte è giusto saper rinunciare per non rischiare la propria vita me quella altrui.

Hai mai partecipato al VK2000 del Monte Bianco?

Sì ho partecipato una volta forse nel 2015, la prima edizione, mi è piaciuta tantissimo.

Quest’anno ci riprovi a salire a Punta Helbronner?

Non penso, sicuramente mi piace l’organizzazione, mi sembra impossibile adesso realizzare il tempo fatto di 1h 40’. Accompagnerò mio figlio Mathieu Brunod per il Trail del Battaglione 54K (il nuovissimo T54K previsto per il 1 agosto).

Bruno, in Valle D’Aosta la corsa in montagna è chiamata con il termine di Martze a Pià, nel patois, secondo te continueranno a organizzare queste gare del paese nonostante il crescente aumento delle gare trail?

Io arrivo dalle Martze a Pià e spero che continueranno a organizzare, che tornino ad essere più seguite che negli ultimi anni. Per i più giovani in Valle sono la base per crescere, per divertirsi e correre.